La legge prevede che:

  1. tra due donazioni di sangue intero debbano trascorrere 90 giorni;
  2. una donna in età fertile non possa effettuare più di due donazioni all’anno;
  3. tra due donazioni di plasma debbano intercorrere almeno 15 giorni, fino a un massimo di 10 litri all’anno;
  4. tra una donazione di plasma e una di sangue intero devono passare 15 giorni;
  5. tra una donazione di sangue e una di plasma occorre attendere 30 giorni.

La selezione del donatore viene effettuata con estrema accuratezza e la donazione avviene seguendo un rigoroso protocollo. Le disposizioni di legge prevedono:

  • uso di kit monouso per il prelievo, evitando qualsiasi contatto tra il sangue di due donatori;
  • prelievo di 450 cc ± 10% di sangue;
  • intervallo minimo di 90 giorni tra due donazioni di sangue intero;
  • esecuzione di una serie di esami al momento di ogni donazione;
  • accurata visita medica per ogni donatore;
  • per i donatori sopra i 45 anni, controllo elettrocardiografico ogni cinque anni, salvo diversa indicazione medica.

La donazione di sangue per le donne non presenta controindicazioni. La legge tutela le donne in età fertile, permettendo loro di donare solo due volte all’anno.

La donazione di plasma è particolarmente indicata per le donne, poiché non incide sui globuli rossi e sul ferro.

Secondo le normative vigenti, la donazione è temporaneamente sospesa durante la gravidanza e fino a un anno dopo il parto.

In Italia è possibile effettuare diverse tipologie di donazione:

  • sangue intero;
  • plasmaferesi (donazione di plasma);
  • piastrinoaferesi (donazione di piastrine);
  • multicomponent (donazione di più componenti);
  • eritroplasmaferesi (donazione di plasma e globuli rossi);
  • eritropiastrinoaferesi (donazione di globuli rossi e piastrine);
  • plasmapiastrinoaferesi (donazione di plasma e piastrine);
  • autotrasfusione (donazione del proprio sangue per interventi programmati).

Il campione di sangue prelevato è sottoposto ai seguenti esami:

  • esame emocromocitometrico completo;
  • transaminasi ALT;
  • sierodiagnosi per la LUE (sifilide);
  • HIV;
  • HBV (epatite B);
  • HCV (epatite C);
  • gruppo sanguigno e fattore RH.

Assolutamente no.

La disponibilità di sangue è garantita esclusivamente dai donatori, poiché non è possibile produrlo in laboratorio.
L’approvvigionamento è gestito dai Servizi Immuno Trasfusionali (SIT) delle Aziende Sanitarie. Esiste un registro regionale del sangue che coordina le disponibilità e le richieste a livello regionale e nazionale.

La distribuzione del sangue e degli emoderivati alle strutture sanitarie avviene tramite i Servizi di Immunoematologia e Trasfusionali competenti, senza alcun costo per i pazienti.

Sì. La legge 107/90 prevede che i donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro dipendente possano astenersi dal lavoro per l’intera giornata in cui effettuano la donazione, conservando la normale retribuzione.
I contributi previdenziali sono accreditati come previsto dalla normativa vigente.

Il datore di lavoro riceve una certificazione dell’avvenuta donazione a cura del servizio trasfusionale o dell’unità di raccolta.

Tutti i dirigenti, i volontari attivi e chiunque presti la propria opera in AVIS non riceve alcun compenso. Sono invece regolarmente retribuiti i dipendenti che permettono il funzionamento di tutta l’Associazione, dalla promozione alla raccolta, dal mantenimento delle strutture alla  tutela del donatore.

I fondi per sostenere l’organizzazione provengono dai rimborsi  stabiliti dall’Assessorato Regionale alla Sanità d’intesa con la Conferenza Stato Regioni e con il Ministero della Sanità. A regolarli sono le convenzioni stabilite con le Aziende Sanitarie locali, a seguito dell’accreditamento dei punti di raccolta sangue gestiti.

Altri finanziamenti giungono da donazioni di privati e da contributi di Enti Pubblici.

I donatori sono considerati periodici perché si recano regolarmente presso i servizi trasfusionali per donare sangue a intervalli stabiliti.

In AVIS, sono associati solo donatori periodici, poiché la scelta di donare avviene in piena libertà e consapevolezza, senza pressioni o obblighi.

I donatori organizzati rispondono in modo più efficace alle richieste di sangue. Grazie ai controlli sui donatori periodici, il loro sangue offre maggiore sicurezza per i riceventi, riducendo il rischio di malattie trasmissibili.
Inoltre, l’attività principale di AVIS è promuovere la donazione e l’associazionismo, aumentando il numero di donatori periodici e garantendo una maggiore disponibilità di sangue. Questo contribuisce a limitare l’importazione di sangue dall’estero, riducendo il rischio di introdurre nuove malattie.

La tutela del donatore è un obiettivo primario per AVIS. Raggiungere l’autosufficienza di sangue ed emoderivati rappresenta una sicurezza in campo sanitario e un risparmio economico stimato intorno ai 350 milioni di euro.

Dai media non si sente quasi mai dire che una persona non è stata sottoposta ad intervento chirurgico per mancanza di sangue, semplicemente perché quello che eventualmente manca viene importato dall’estero. L’importazione però rappresenta un fattore di rischio in quanto la sicurezza del Servizio Trasfusionale Italiano è universalmente riconosciuta come la più alta, mentre non siamo altrettanto sicuri delle condizioni degli altri Paesi.

Oggi le stime dicono che in Italia mancano circa 350.000 unità di sangue.