Abbiamo parlato con la dottoressa Silvia Macchi responsabile attività dell’ambulatorio trasfusionale di Ravenna, delle terapie trasfusionali e del relativo fabbisogno del nostro territorio, per conoscere meglio come funziona il sistema che accoglie ogni giorno utenti che necessitano di terapie salvavita.
Come opera l’ambulatorio trasfusionale di Ravenna?
L’ambulatorio trasfusionale della sede di Ravenna e quelli collocati nelle sedi di Faenza e Lugo trattano pazienti che necessitano di terapie trasfusionali, siano essi ematologici , oncologici, post chirurgici o portatori di anemie di vario tipo. Si tratta per lo più di malati cronici che vi accedono con periodicità variabile: alcuni con frequenza bisettimanale, altri con frequenza settimanale ed altri ancora con intervalli più lunghi.
Presso l’ambulatorio di Ravenna seguiamo inoltre, un consistente gruppo di pazienti talassemici che hanno un fabbisogno trasfusionale importante, compreso tra le 20 e le 60 unità di emazie annue per paziente e per i quali la trasfusione non è in alcun modo differibile. Negli ambulatori trasfusionali vengono effettuate anche salassoterapie a quei pazienti che soffrono di poliglobulie/policitemie e che accedono periodicamente nella nostra struttura.
Nel 2020 se si considerano nel complesso gli ambulatori trasfusionali di Ravenna, Faenza e Lugo, sono state 4.152 le unità trasfuse (3.733 di sangue e 419 di piastrine) mentre i salassi effettuati sono stati 1.390. Il servizio non ha mai conosciuto battute d’arresto nemmeno nel periodo più difficile dell’emergenza sanitaria, poiché è chiamato ad effettuare terapie salvavita necessarie e non procrastinabili. A fine ottobre del 2021 i dati sono esattamente in linea con quelli dello scorso anno, con una maggiore attività concentrata naturalmente nell’ambulatorio di Ravenna, che tratta la metà dei pazienti della provincia.
Com’è la giornata tipo nel vostro ambulatorio?
Dal lunedì al sabato circa dalle 8 alle 13:30 si effettuano le trasfusioni, mentre la seconda parte della mattinata, dalle 11 in poi, è dedicata alle salassoterapie.
I nostri utenti si presentano su appuntamento che viene concordato direttamente con l’ambulatorio, senza necessità di passare attraverso il CUP, proprio per la variabilità individuale e la flessibilità necessaria nella gestione di questo tipo di pazienti . Il primo accesso, avviene solitamente su richiesta di medici ospedalieri (per lo più dall’Unità Operativa di Ematologia ma anche da altre unità specialistiche) oppure su indicazione del medico di base che, riscontrata una situazione di severa anemia, indirizza il proprio assistito alla nostra struttura.
Il giorno dell’appuntamento, i pazienti vengono dapprima sottoposti ad esame emocromocitometrico e, sulla base dei valori registrati e del colloquio anamnestico, accedono alla terapia oppure viene fissata una data per un controllo successivo. Nell’arco della mattina, ci occupiamo anche del percorso pre-operatorio (Patient Blood Management) dei soggetti anemici che si apprestano ad affrontare interventi chirurgici importanti e, laddove l’anemia riconosce una causa carenziale, trattiamo i pazienti con una terapia marziale endovena, per evitare o ridurre al minimo la necessità di trasfusioni nel periodo peri e post-operatorio.
Come possiamo immaginarci il servizio dell’ambulatorio negli anni a venire?
Sicuramente con l’aumento dell’età della popolazione, il massiccio ricorso a terapie anticoagulanti ed antiaggreganti, l’esecuzione di interventi chirurgici sempre più sofisticati e l’applicazione di numerosi e svariati protocolli chemioterapici nella terapia delle neoplasie, le persone che necessitano di supporto trasfusionale sono in aumento e questo richiede un adeguato approvvigionamento di sangue .
In questo l’attività dei donatori volontari è insostituibile e le Associazioni, a partire da AVIS, garantiscono sempre un numero di donatori in grado di rispondere alle necessità degli ambulatori trasfusionali non solo del nostro territorio, ma anche di altre Aziende Sanitarie e di altre Regioni che hanno un sistema meno efficiente. Il nostro è un sistema virtuoso che negli anni ha saputo organizzarsi per rispondere sempre meglio alle esigenze dei pazienti e gestire in modo efficace le richieste che vengono dai vari organi dell’Azienda, da quelli ospedalieri alla medicina del territorio.
Discorso a parte meritano le donazioni di midollo, anch’esse in carico al nostro servizio. In media ogni anno vengono selezionati nel nostro territorio una decina di donatori che effettuano una donazione di midollo osseo o di cellule staminali periferiche per trapianti destinati a pazienti affetti da leucemie, mielodisplasie, linfomi… Questo è possibile grazie alla presenza costante di ADMO che favorisce ogni anno l’iscrizione di numerosi giovani al Registro Nazionale Donatori di Midollo Osseo. È da segnalare a tal riguardo che nella nostra area, nonostante il periodo pandemico, le iscrizioni sono state e continuano ad essere numerose.
Scrivi un commento