La donazione di sangue e emoderivati non solo è classificata all’interno dei LEA Livelli Essenziali di Assistenza e rappresenta una prestazione che il SSN è tenuto ad erogare a tutti i cittadini, ma ha anche un riconoscimento specifico nell’ambito del diritto del lavoro e sindacale, proprio in virtù della sua utilità per l’intera comunità. Un lavoratore dipendente che si assenta per recarsi a donare ha diritto (rif. L. 219/2005 Art. 8) ad un permesso retribuito per la giornata lavorativa, che viene considerata una giornata di riposo: esso ha una validità per le 24 ore successive all’orario della donazione e a far fede è l’attestato di avvenuta donazione che viene rilasciato dal centro trasfusionale al dipendente e che egli consegna al datore di lavoro. In particolare, è l’INPS a provvedere al compenso attraverso un’apposita indennità. Essa scatta se il donatore è titolare di un contratto di lavoro subordinato dipendente, ed ogni qualvolta effettua una donazione di almeno 250 gr di sangue presso un centro trasfusionale autorizzato dal Ministero della Salute.
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