Tutti conosciamo l’importanza di donare sangue per aiutare gli altri, ma possiamo dire la stessa cosa del plasma? Ma soprattutto, sappiamo qual è la differenza tra di loro, e in che modo il nostro gesto può salvare vite?

Solo avendo presente quale utilizzo viene fatto di questi componenti una volta donati, potremo capire di più: oggi ne parliamo con Marco Bellenghi, Presidente di AVIS Provinciale Ravenna, che ci dà qualche informazione utile.

“Iniziamo col dire che il plasma è la parte liquida del sangue, ne rappresenta il 55% del volume totale ed è ricco di proteine e sali minerali. Anche per questo la donazione del plasma ha moltissimi campi di applicazione terapeutica. Possiamo dire che il plasma rappresenta una delle frontiere della medicina del futuro, perché oltre ad essere trasfuso, dalla sua lavorazione si ottengono numerosi farmaci salvavita non riproducibili in altro modo.

Il plasma e i suoi derivati vengono comunemente somministrati a pazienti traumatizzati o con malattie epatiche gravi, mentre il sangue è principalmente d’aiuto per chi è affetto da anemia cronica o emorragie acute.

La donazione di sangue intero è quella più comune, mentre quella di plasma viene effettuata tramite aferesi, ovvero separando i diversi componenti del sangue in un circuito sterile e reinfondendo poi nel donatore i rimanenti.

Bisogna però tenere in considerazione che il nostro sangue o plasma non sarà d’aiuto a chiunque, ma solamente a chi presenta un gruppo sanguigno compatibile con il nostro. I gruppi sanguigni sono diversi, e ogni ospedale deve avere un’adeguata disponibilità di sangue e plasma di ciascuno di questi; in particolare, per quanto riguarda il sangue, del gruppo 0- (zero negativo), che, in quanto donatore universale, può essere utilizzato come salvavita in casi di urgenza. Per quanto riguarda il plasma, invece, il donatore universale è quello di gruppo AB”.